significato personaggi del presepe

Significato dei Personaggi del Presepe

Un presepe può essere osservato e letto in base a vari livelli: il primo e più immediato è senza dubbio quello estetico, che riguarda l’armonia della rappresentazione con i personaggi e gli edifici che lo compongono, ma c’è anche quello simbolico, che attribuisce ad ognuno di questi elementi un significato specifico.

Per comprendere meglio questo aspetto, facciamo un esempio con i fiori: un bouquet di rose di vario colore può essere osservato dal punto di vista estetico, ma gli esperti di linguaggio dei fiori ci leggeranno amore e passione se ci sono rose rosse, dolcezza se ci sono rose rosa, gelosia se ci sono rose gialle, etc.

Il discorso del presepe è molto simile. Ogni personaggio ha una sua forma, una sua dimensione, i suoi colori, ma anche un suo significato ben preciso. E i veri appassionati di presepe non possono non essere incuriositi dall’impararne almeno qualcuno.

In questo articolo faremo una breve panoramica sul significato dei vari personaggi, che potrete approfondire sulla pagina dedicata alle relative statuine (qualora disponibile la troverete linkata alla fine di ogni paragrafo).

Il significato dei personaggi tipici

Sacra Famiglia

Maria, Giuseppe e Gesù indossano abiti poveri, rovinati, persino sporchi. Maria e Giuseppe vivono una condizione di urgenza ed emergenza, per via del parto imminente e dell’assenza di un luogo idoneo in cui dare alla luce il piccolo Gesù. Loro tre rappresentano la povertà e l’umiltà, ma anche la forza e la purezza di spirito di chi non si arrende. Sono il simbolo che incarna tutti i valori della famiglia cristiana.

Il bue e l’asinello

Il bue e l’asino simboleggiano gli istinti e le pulsioni dell’essere umano. Essi sono doni di Dio, e come tali vanno ascoltati per comprendere sé stessi, la natura che ci circonda e per far germogliare gli uomini e le donne che Dio vuole che diventiamo.

Le pulsioni e gli istinti dell’uomo, ossia le sue componenti terrene, sono quindi qualità preziose, da usare ed allenare per assistere lo spirito, che invece è l’aspetto divino dell’animo umano. E infatti, tornando alla simbologia, il buie e l’asinello – istinti e pulsioni – riscaldano il piccolo bambino Gesù, che è lo spirito.

I Magi

I Re Magi sono tra i personaggi del presepe che, a seconda dell’elemento che si prende in considerazione, assumono il maggior numero di significati simbolici.

Se prendiamo in considerazione il loro viaggio a seguito della stella cometa e l’età avanzata dipinta sui loro volti, è chiaro che essi rappresentano i sapienti e i saggi di tutto il mondo, dal momento che l’unica compatibilità storica è che fossero studiosi delle stelle, ossia degli astrologi.

Se guardiamo al vangelo armeno dell’infanzia, un vangelo considerato apocrifo dove però sono presenti i Magi, troviamo i loro nomi, ossia Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, che sono tre sacerdoti persiani (rispettivamente Gaspar, Melkon e Balthasar), ma che vengono quasi sempre rappresentati in modo leggermente diverso l’uno dagli altri e, soprattutto, ognuno di loro onora la nascita di Gesù Bambino recando un dono diverso. Ecco allora che il portatore d’oro è un persiano, quello che porta l’incenso è un arabo meridionale e il re che dona la mirra un etiope, simboleggiando quindi le tre grandi aree geografiche del mondo che allora era conosciuto, ossia Europa, Asia e Africa.

adorazione dei magi mantegna
L’opera “Adorazione dei Magi” (Mantegna)

Ma a volte tra le statuine dei Re Magi ne troviamo alcune che non mostrano uomini simili tra loro nell’aspetto fisico, bensì molto diversi in base agli anni che portano. Troviamo:

  • Baldassarre (vecchio) che cavalca un cavallo nero
  • Gasparre (giovane) che monta un cavallo bianco
  • Melchiorre (moro) in groppa ad un cavallo fulvo

Sono i tre cavalli, assieme ai Magi a simboleggiare i tre momenti della giornata ossia la notte, il mezzogiorno e l’alba. Ecco allora che le fasi del giorno simboleggiate dai Re Magi si ricollegano al significato simbolico del loro stesso viaggio, inseguendo un astro che si alza e viaggia nel cielo fino a posarsi (o a tramontare) in concomitanza con l’arrivo di un nuovo sole (rappresentato ovviamente da Gesù Bambino, la cui statuina, a volte, possiede una corona di raggi solari).

I pastori

I pastori possono avere un duplice significato:

  • da un lato, specie secondo alcuni passi della letteratura ebraica, sono persone che vivono di espedienti, degli imbroglioni finiti ai margini della società;
  • dall’altro, se guardiamo all’Antico Testamento, vediamo che molti patriarchi della storia di Israele sono pastori (ad esempio Mosé e Abramo). Vi si può anche cogliere un riferimento all’espressione “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla” che ritroviamo nel Salmo 22.

Comunque li si voglia inquadrare, non c’è dubbio che i pastori rappresentino la povertà e l’umiltà. E se anche fossero almeno in parte dei poco di buono, allora concorrono doppiamente a creare le condizioni estremamente disperate in cui Dio ha scelto di far venire al mondo suo figlio (ricordiamo anche i due ladroni al fianco dei quali Cristo verrà poi crocifisso), nella promessa della redenzione dai peccati.

Non dimentichiamo infine che, come vegliano sul loro gregge di giorno e di notte, essi rappresentano anche dei protettori.

Significato dei Personaggi del presepe Napoletano

Oltre ai personaggi classici, che ritroviamo praticamente in ogni versione del presepe (spesso anche nelle più essenziali), c’è uno stuolo di altri individui che rappresentano intere tipologie di lavoratori, ma che hanno anch’essi un significato simbolico tutto da scoprire. Ovviamente questa folla di personaggi, con le loro caratteristiche uniche di individui specifici, raggiunge il culmine nel presepe napoletano.

Benino, il pastorello addormentato

Oltre ai comuni pastori, nel presepe napoletano c’è un pastore speciale. Si tratta di Benino, il pastorello che dorme. Egli è quasi sempre il primo personaggio che lo sguardo incontra osservando la composizione presepiale, si trova infatti posizionato all’inizio della prima discesa, a volte non si vede perché si trova sotto a un mucchio di paglia.

Egli rappresenta l’aspetto onirico ed esoterico legato al presepe (per questo viene anche chiamato “pastore della meraviglia”) e richiama l’attesa del Natale. Secondo alcune leggende, sarebbe lui stesso, attraverso il sogno che sta facendo mentre dorme, a dar vita all’intera scena del presepe napoletano, dove convivono elementi che altrimenti sarebbero incompatibili.

La Lavandaia

Troviamo la lavandaia nei pressi del fiume, in ginocchio a lavare i panni. Nel presepe napoletano questo personaggio simboleggia il miracolo della nascita miracolosa di Gesù, che viene messo al mondo da Maria Vergine, e infatti i panni usati per pulirlo sono straordinariamente immacolati.

Nei pressi del fiume troviamo anche il pescatore e il cacciatore, che rappresentano i più mestieri attraverso i quali l’uomo si è sfamato all’inizio della sua storia.

Il Cacciatore

Di solito è posizionato nella parte alta del fiume e simboleggia la morte.

Pescatore

Lo troviamo spesso vicino al fiume, col torace visibile attraverso una camicia aperta e i pantaloni arrotolati fin sotto al ginocchio, per non bagnarsi. Accanto a sé c’è l’immancabile banco del pesce (a volte ha anche la canna da pesca).

Il pescatore richiama San Pietro, diventato “pescatore di anime” per volere di Gesù in seguito alla sua morte, e più in generale la simbologia del pesce usata dai primi cristiani al tempo delle persecuzioni romane (quindi il riferimento a Gesù).

Simboleggia inoltre la vita, e forma in contrapposizione con la morte (rappresentata dal cacciatore) uno dei cicli fondamentali (come pure il giorno e la notte, che ritroviamo nel percorso della stella cometa).

La Zingara

Il personaggio della zingara simboleggerebbe la donna che predisse la nascita di Cristo, convinta erroneamente che sarebbe stata lei a darlo alla luce. Di solito troviamo la statuina della zingara del presepe in due versioni:

  • nella versione con il bambino piccolo in braccio simboleggia la profezia della fuga in Egitto;
  • nella versione senza il bambino invece c’è un riferimento alla disperazione di Maria Vergine per via delle sofferenze di Cristo durante a passione.

I Venditori

Oltre a queste figure più caratteristiche, ci sono poi i “venditori” del presepe napoletano, ossia le statuine che rappresentano gli altri mestieri, ad ognuna delle quali è assegnato un preciso mese dell’anno in base al prodotto che tratta:

  • Gennaio ► Macellaio o Salumiere
  • Febbraio ► Venditore di ricotta e formaggio
  • Marzo ► Pollivendolo e venditore di uccelli
  • Aprile ► Venditore di uova
  • Maggio ► Coppia di sposi con cesto di frutta (ben visibili le ciliegie di stagione)
  • Giugno ► Panettiere o farinaro
  • Luglio ► Venditore di pomodori
  • Agosto ► Venditore di cocomeri
  • Settembre ► Venditore di fichi o seminatore
  • Ottobre ► Vinaio o cacciatore
  • Novembre ► Venditore di castagne
  • Dicembre ► Pescivendolo o pescatore

Vinaio o Oste

Una menzione particolare merita il personaggio del vinaio (oppure Oste), che ovviamente costituisce un riferimento al sacramento dell’Eucarestia.